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La facciata

Le vicende. storico - urbanistiche. degli anni quaranta del XVII sec. ci riportano alla decisione di edificare la chiesa del Purgatorio ed altre fabbriche, extra moenia rispetto al nucleo medievale esistente.
Notizie su quanto è accaduto nelle fasi iniziali riguardanti la costruzione, sono riportate nella sezione "Origini e storia" dove Corrado Pisani le raccoglie da fonti documentarie ritrovate.
La facciata della chiesa è in pietra calcarea, con due ordini sovrapposti, in stile tardorinascimentale.
Lo schema architettonico sottolinea la funzione decorativa e di partizione degli spazi in facciata facendo assumere a questi un carattere estetico, descrittivo.
L'ordine inferiore, scandito da quattro lesene con capitelli corinzi, presenta negli spazi intermedi tra le lesene, quattro grandi nicchie delimitate da semicolonne poggianti su mensole sormontate da timpani spezzati.
All'interno vediamo quattro statue lapidee di santi, poggianti su basi circolari.
Da sinistra si riconoscono: Santo Stefano, che indossa la dalmatica (perchè diacono) e regge nella mano sinistra un libro e su questo le pietre del martirio, mentre la mano destra è piegata verso il petto; San Pietro apostolo, che regge con la destra un libro, mentre nella sinistra spezzata aveva forse le chiavi;


San Paolo con il libro e la spada; San Lorenzo con un libro e la palma del martirio nella destra, braccio sinistro ripiegato e in basso la graticola sulla quale venne martirizzato.


Lo stato di conservazione delle statue è mediocre, in quanto la pietra risulta fortemente abrasa ma, il recente restauro, attraverso l'uso di una sapiente illuminazione, le valorizza con tutta la facciata, esaltando l'esterno del monumento, che così diventa un riferimento importante a chiusura della prospettiva di via Borgo.
Al centro si trova il portale di ingresso in legno di rovere cassettonato, è di recente fattura e lo si vede inquadrato tra stipiti modanati.






















Il sagrato su cui si accede salendo alcuni scalini che riportano la data del 1907 anno in cui è stato rifatto.


La data, 1846, incisa sul portale in corrispondenza dell'architrave, è quella che ricorda l'anno in cui è stato ripristinato.


Si legge ancora un'altra data, 1633, ma non ci sono notizie in proposito. Sicuramente non ha alcun riferimento con la fabbrica della chiesa in quanto la posa della prima pietra è avvenuta nel 1643. Il portale è coronato da un timpano spezzato, in cui si trova una lastra rettangolare decorata con una cornice a palmette e ovuli e un bassorilievo che raffigura anime purganti tra le fiamme, in riferimento agli afflitti del purgatorio a cui la chiesa è dedicata.


L'ordine superiore è inquadrato da due volute laterali; si vedono lateralmente le statue di San Gioacchino e Sant' Anna, i genitori della Madonna, con ricche vesti, anche queste fortemente abrase, ma valorizzate dalla nuova illuminazione.





















In alto al centro vi è una finestra rettangolare inquadrata da lesene decorate a motivi floreali terminanti con capitelli corinzi.
Sormontata da un'architrave con girali di acanto e da un timpano spezzato, dove si trova un bassorilievo raffigurante un' anima purgante.


Oltre il timpano di coronamento, si intravede il tamburo ottagonale costruito nel 1647 dai mastri Pariso di Pariso, suo figlio e Cosmo Buonpensiero come documentato da fonti raccolte da Corrado Pisani.


- Il testo è a cura della dott. ssa Cristina Morrone.
- Foto a cura del dott. Francesco Stanzione.
N.B. - Tutte le foto sono proprietà esclusiva dell'autore dott. Franco Stanzione ed è vietato riprodurle senza il suo consenso e/o omettendo di citarne la fonte.

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